Tra i siti statali italiani più visitati, Villa d’Este è patrimonio UNESCO.
Il viaggio
Sveglia alle otto. Partenza da Roma Termini alle nove. Comodo treno regionale a 2.60€. In meno di un’ora ci si ritrova catapultati a Tivoli, a pochi minuti da piazza Trento. Subito l’occhio cade sull’imponente chiesa di Santa Maria Maggiore. Ma non è l’edificio sacro ad interessare la moltitudine di turisti. O almeno non solo. Sulla destra di una tra le chiese principali della città c’è un cancello con una piccola scritta: villa d’Este.
Villa d’Este
Voluta nel ‘500 dal cardinale Ippolito d’Este, figlio di Alfonso I e Lucrezia Borgia, la villa oggi ospita circa 400mila turisti l’anno. Ma perché così tante visite? Principalmente per la storia. Nominato infatti governatore di Tivoli nel 1550, il cardinale d’Este scopre che dovrebbe vivere in un vecchio convento che ben si allontana dalle sue ricche abitudini di Ferrara e Roma. Questo il motivo che lo spinge a trasformare il monastero in una suntuosa villa.
I lavori
I lavori durano diversi anni tra l’acquisto di vari terreni e il convoglio delle acque del fiume Aniene. Nel 1572 finalmente la villa è finita e viene inaugurata dalla visita di Papa Gregorio XIII. Il cardinale d’Este però si riesce a godere solo per pochi mesi la sua nuova casa. Colto infatti da una malattia breve e fulminea muore a Roma nel dicembre 1572.
Gli Asburgo
Fino al 1672 la villa resta alla famiglia d’Este per poi passare nelle mani degli Asburgo. La proprietà in questi anni è ancora splendente, Gian Lorenzo Bernini realizza la fontana del Bicchierone e la cascata della fontana dell’Organo. Nel ‘700 poi la villa cade nell’abbandono finché nel secolo successivo un cardinale tedesco se ne innamora e le restituisce la luce.
La guerra
Dopo la fine della prima Guerra Mondiale, nel 1918, la villa passa allo Stato italiano che effettua importanti interventi di restauro riaprendola poi al pubblico.
Il finale
Il risultato dei vari interventi negli anni sono 4,5 ettari di giardino, 250 zampilli, 255 cascate, 100 vasche, 51 fontane, 150 piante secolari. Il tutto all’epoca alimentato senza l’utilizzo di alcun congegno meccanico ma solo sfruttando la pressione naturale dell’acqua e il principio dei vasi comunicanti.
Uno spettacolo unico che può essere superato solo dalla visita della vicina villa Adriana.
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Testo e foto: Giulia Di Giovanni
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