La città di Monza e i suoi scenari hanno ispirato Alessandro Manzoni per i capitoli IX-X de I Promessi Sposi.
Monza
Questa cittadina dista appena 27 chilometri dal centro di Milano. A vederla sulla cartina sembra essere quasi parte del capoluogo lombardo. Da quando sono qui ho sempre sognato farle visita e, finalmente, ci sono riuscita. Torno al freddo nord dopo le vacanze natalizie trascorse a Roma, mi sveglio domenica con un sole caldo che batte sulla mia finestra. A mezzogiorno la temperatura sfiora i 15°. Incredibile per essere il 6 gennaio. Imperdibile l’occasione. Sono talmente entusiasta che chi è affianco a me non può non essere contagiato da questa ondata di felicità. Pranziamo quindi in fretta e via in macchina per raggiungere il nostro nuovo comune obiettivo. Arrivati in città, dopo qualche giro, riusciamo a trovare parcheggio vicino via della Signora. Solo dopo scopriremo il riferimento di quella strada alla monaca di Monza.
La città
Monza mi è piaciuta molto. Sicuramente il fatto che fosse ancora addobbata con le decorazioni natalizie ha esaltato le mie aspettative. Forse era piena di gente non solo per la meravigliosa giornata di sole ma anche per il fatto che fosse l’Epifania e fossero iniziati anche i saldi. In aggiunta a tutto questo: una piazza piena dei miei amati mercatini di Natale. Ovviamente non mi sono astenuta dallo shopping. Ho comprato una gustosa NocciolCream fatta per il 70% da miele e per il 30% da nocciole. Una squisitezza. Dopo aver fatto qualche altro acquisto in giro e aver visitato il Duomo, la cui facciata però purtroppo era interamente coperta dalle impalcature per il restauro, ci siamo diretti verso il famoso convento della monaca di Monza.
La monaca di Monza
Marianna de Leyva, diventata suor Virginia Maria (Milano, 1575 – 1650) era una religiosa italiana, protagonista di un immenso scandalo che sconvolse Monza nel XVII secolo. Questo riguarda la relazione intrecciata tra la suora e il conte Gian Paolo Osio e da cui Alessandro Manzoni prese spunto per scrivere la storia dell’amore clandestino tra suor Gertrude e Egidio, personaggi che ritroviamo ne I Promessi Sposi. La vicenda è romanzata e narrata con un ampio flashback, che occupa gran parte dei capitoli IX-X del capolavoro manzoniano. Qui viene descritta la storia come esemplare dei soprusi che spesso nelle famiglie aristocratiche venivano esercitati sui membri più deboli. Il padre di Gertrude, nobile milanese e feudatario di Monza, aveva segnato il destino della figlia ancor prima che nascesse: si sarebbe fatta monaca per non scalfire il patrimonio di famiglia, destinato interamente al primogenito. Presi i voti a 16 anni per volere del padre, suor Virginia (Gertrude per il Manzoni) venne murata nel Ritiro di Santa Valeria in seguito alla scoperta del suo coinvolgimento amoroso con il conte Osio (Egidio). La Signora trascorse qui 13 anni chiusa in una stanza. Il suo amante invece, da cui avrebbe avuto anche una figlia, venne condannato a morte.
Oggi
Una vicenda accaduta nel ‘600. Un romanzo scritto nell’800. Padri che decidono le sorti delle proprie figlie. Oggi, nel 2019, in molte parti del mondo non sembra essere cambiato poi molto. Purtroppo.
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Testo e foto: Giulia Di Giovanni
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