Tra i tanti svaghi che propone una Milano alla moda e al passo con i tempi c’è anche spazio per la musica afrobrasiliana.

Musica

È martedì. Il caldo comincia a farsi sentire. Il weekend è ancora lontano. Le vacanze pure. Il mare non ne parliamo, 158 chilometri quello più vicino. A lavoro il collega con la scrivania dietro la mia mi dice che è il suo giorno della settimana preferito. Il martedì? «Sì – mi spiega – sto imparando a suonare le percussioni afrobrasiliane e oggi ci riuniamo». La faccenda si fa improvvisamente interessante e ne voglio subito sapere di più. Scopro quindi che il gruppo dei Toc toc si ritrova una volta a settimana per esercitarsi a riprodurre quelle che sono le musiche tipiche dell’Africa e del Brasile. A condurre l’immenso spettacolo che ne esce fuori è Kal dos Santos, attore, percussionista e cantante che si preoccupa di diffondere la cultura afrobrasiliana in Europa.

Sostegno

Ritmo, gioia, vitalità. Il tutto condito da una grande allegria. È questo che traspare dai componenti dei Toc toc. Capitanato da un fuoriclasse, il gruppo riesce a coinvolgere tutti. Sia in una sfilata di quartiere che in un locale. Ne ho la riprova un lunedì in cui vengo invitata a un’esibizione presso il Gecko 23 a Milano, nei pressi di Fondazione Prada. Qui l’obiettivo della serata è sostenere le attività svolte dalla ONG brasiliana Associaçao Beneficente Horizonte che, dal 2006, gestisce nella città di Paripueira una scuola materna per bambini provenienti dalla locale favela al fine di allontanarli dalla strada. Per aiutare l’associazione a perseguire i suoi scopi bastano 70 centesimi al giorno. Neanche il prezzo di un caffè. Un piccolo contributo che si traduce per questi bambini in un immenso sostegno.

Toc toc

La serata comincia sulla scia del divertimento. I Toc toc si lanciano nella propria esibizione e il pubblico è entusiasta. Sulle sedie non rimane più nessuno. Tutti a ballare. Chi fa qualche passo di samba, chi danza inebriato dal ritmo che gli scorre nelle vene, chi si muove in modo scomposto e fuori tempo. Non importa come ma con quale spirito si entra in pista. Parola d’ordine: energia. Il gruppo continua a picchiare le dita sui tamburi intonando qualche canto afrobrasiliano, gli spettatori non sono più tali ma diventano parte integrante dell’esibizione, le persone che non si conoscevano ora si conoscono e ballano insieme come se non avessero mai fatto altro nella vita.

Toc toc, missione compiuta. Alla prossima!

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Testo e foto: Giulia Di Giovanni

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