La moda di quest’estate? Sono loro: le friulane, scarpe basse e colorate in velluto.
Trend
Siamo in estate, precisamente oggi è il 6 di agosto e vedo sempre più gente in giro con queste scarpette in velluto di svariati colori. Gialle, rosa, blu, nere, rosse. Il problema non è il colore, per carità, amo i colori. La questione è: come è possibile indossare con disinvoltura, e anche con un certo orgoglio, tali scarpe? Parliamo delle tanto chiacchierate friulane. Esistono da tempo ma, come ogni moda, ritornano all’improvviso e tutti devono averle. Come tre anni fa le classiche magliette della Levi’s, a tinta bianca con il logo stampato in bella vista sul petto. Tutti le indossavano l’estate del 2018, e qualcuno ancora oggi, sembravano dei carcerati. Però, si sa, le mode sono così.
Friuliane
Quest’anno è la volta delle friulane, scarpe in sé molto semplici ma che fanno impazzire soprattutto le ragazze (per chi se lo stesse chiedendo: sì, esistono anche da uomo). E, mentre qui a Milano un paio di mesi fa c’è stato l’assalto a queste scarpe, con file assurde anche all’alba davanti ai negozi, io ripensavo alle pantofole che usano i nonni d’inverno con una bella copertina di lana in grembo.
Non c’è niente da fare, il gusto estetico sembra svanito nel nulla. Per fortuna non mi è ancora capitato di vedere dei ragazzi con indosso queste scarpe, anche se, in un negozio in Ticinese, hanno le friulane anche da uomo: arrivano fino al 46, a chi interessasse la notizia.
Storia delle friulane
Le friulane nascono nell’800 come pantofole o scarpe povere delle campagne del Friuli. Cucite a mano con materiali di scarto, arrivano a Venezia dopo la Prima Guerra Mondiale e si diffondono subito tra i gondolieri, perché antiscivolo.
Oggi, dalle campagne sono passate al centro città, e non di una qualunque città, bensì di Milano, quella che dovrebbe essere la capitale della moda. Ma non disperiamo, come tale, ogni moda passa e l’anno prossimo ce ne saremo dimenticati e non vedremo più ragazze con eleganti vestitini sbracciati indossare scarpette basse e chiuse in velluto rosso bordeaux. Spero.
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Testo e foto: Giulia Di Giovanni
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