In Australia si è consolidata la nuova frontiera delle esperienze all’estero. Tanti i giovani italiani che attraversano l’oceano per fare i contadini.
Giovani contadini in Australia
Quante volte avete pensato di mollare tutto e andare letteralmente a zappare la terra? Quante volte vi chiedete ogni giorno chi ve lo faccia fare a stare 8 ore chiusi tra quattro mura davanti a un pc, alla cassa di un supermercato o in un magazzino? E quante volte, riflettendoci, avete dedotto che questa non è la vita che sognavate da bambini? Bene. Potreste sempre decidere di prendere un aereo e partire alla volta dell’Australia. A imparare l’inglese, vedere i canguri e fare una nuova esperienza? Non solo. Sono sempre di più i ragazzi tra i 18 e i 30 anni che decidono di attraversare l’oceano per aprire i propri orizzonti.
Il sogno
L’immobilismo dell’Italia si contrappone alla dinamicità australiana e ciò attira qui oltre 10.000 giovani italiani l’anno. Importanza della gratificazione e meritocrazia nel lavoro, riscoperta di una natura selvaggia, di rapporti umani e di un’esistenza libera da convenzioni sociali, sono solo alcune delle motivazioni che spingono tanti ragazzi a imbarcarsi in un viaggio così lungo.
Australian dream
Quasi duemila gli italiani under 30 che ogni anno, dopo il primo visto vacanza-lavoro di 88 giorni, chiedono il prolungamento della permanenza. Con questo documento si può lavorare nel territorio australiano per l’intera durata del soggiorno ma per non più di sei mesi consecutivi con lo stesso datore di lavoro. A seguito dell’accordo bilaterale del 2 gennaio 2004 tra Italia e Australia, il visto può essere rinnovato per altri 12 mesi a patto che s’intraprendano 88 giorni di lavoro stagionale in zone rurali. Da qui nasce la moda delle farms, le aziende agricole del luogo, dove sempre più giovani decidono di lavorare. Si installa quindi nelle menti degli universitari una sorta di Australian dream, oggi decisamente più raggiungibile rispetto al passato.
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Testo e foto: Giulia Di Giovanni
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