Sabato 23 ottobre viene presentata a Milano la raccolta di poesie “Esserci a fatica” di Livio Spanò e Enza Amato.
Milano
Siamo a Milano. Milano centro-sud per la precisione. Zona Navigli. Oltre ai soliti locali, in questo quartiere c’è molto di più. Costeggiamo il parco Segantini e imbocchiamo via Magolfa dalla quale sentiamo provenire il suono armonioso di due chitarre.
“Ogni volta che dici ‘ciao’ qualcosa cade e si rompe. È solo un graffio, che vuoi che sia – cantano due giovani ragazzi – Ogni volta che dici ‘ciao’ inciampo e sbatto la fronte. Ne vedo quattro ma sono tre. E non ne vedo di spigoli, io non ne vedo di stipiti, tanto so già che tu mi guardi così e io mi distraggo in un attimo. Se quando passi mi dici ‘ciao’ io tampono quello di fronte”. È con le dolci note dei Loredt che si apre la serata allo Spazio Alda Merini, al civico 30 di via Magolfa.
Spazio Alda Merini
Una grande scoperta, sia questo luogo che il duo di musicisti. Ma le sorprese non sono finite, c’è anche la presentazione di un libro che sembra, a quanto sentiamo tra il pubblico, imperdibile. Prendiamo una birra e ci accomodiamo nel giardino adiacente alla casa-museo di Alda Merini.
Spazio Alda Merini, grazie alla rete “Piccola Ape furibonda”, composta da quattro associazioni, si occupa da anni di letteratura, teatro e soprattutto incontri. L’incontro di oggi è con Livio Spanò e Enza Amato, autori del libro “Esserci a fatica”, pubblicato da edizioni underground.
“Che fine fanno i giorni quando li butti via?” riprendono a cantare i Loredt mentre Livio e Enza si preparano a parlare della loro collaborazione e successiva creazione. Poi è la volta di “Chissà se lei s’innamorerà di me” dopo di che si riprende a parlare del libro e delle incredibili immagini scattate dalla polaroid di Enza Amato.
Esserci a fatica
“Le poesie di Livio le ritengo profonde, toccanti, evocative – annuncia timidamente Enza – quindi sono state uno stimolo per me per arrivare a quello che è stato il risultato finale. […] Dal titolo profetico possiamo solo aspettarci un grande sforzo di resistenza, ‘esserci a fatica’. Tutto lotta fino allo sfinimento per aggrapparsi a quell’abitudine crudele e banale che è la vita. […] Resti di un’esistenza che intacca le superfici delle case divenute strade, vite testimoni l’una della rassegnazione dell’altra, che condividono nostalgie, speranze, traslochi e aspettative”.
“Questa raccolta – aggiunge Livio con il suo accento spiccatamente e orgogliosamente siciliano – ha preso vita dopo una discussione che ho avuto con la mia compagna Maria Grazia. ‘Esserci a fatica’ è in realtà un corridoio. Ci siamo guardati dopo la discussione e da lì ho avuto l’idea della fatica di una terra nuova. […] Io ho difficoltà con le cose nuove. Che poi esserci può essere faticoso in un rapporto, lungo un tragitto, trovando persone stronze. E questa raccolta nasce da Milano a Cardiff a Bristol, dove viviamo adesso”.
Ecco un estratto di una poesia tratta dal libro:
Le case non hanno senso se nessuno le abita
Se nessuno le vive con giusta e sparpagliata presenza.
Le sedie resteranno vuote se nessuno decide di occuparle.
Un viaggio prende significato quando, dopo una partenza, c’è un arrivo che chiede un ritorno.
Questa distanza tra la cucina e la camera da letto non ha senso se nel percorrerla non incroci la tua presenza […]
Argomenti delicati e toccanti presentati dagli autori con immensa semplicità. E allora grazie allo Spazio Alda Merini, a Livio e Enza, alla grande scoperta dei Loredt e alla mitica birra ambrata Malnatt, realizzata grazie ai detenuti delle carceri milanesi.
Buona strada e alla prossima!
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Testo e foto: Giulia Di Giovanni
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