L’Italia ricorda il ricercatore Giulio Regeni scomparso il 25 gennaio di tre anni fa.
Giulio Regeni
2015. Giulio Regeni è un ricercatore presso l’Università di Cambridge. Studia Scienze sociali. Accetta una tesi di dottorato sul ruolo dei sindacati in Egitto. L’8 settembre arriva al Cairo. Cambridge lo affida alla professoressa Maha Abdelrhamann che lo indirizza all’università americana della città affidandolo alla ricercatrice Rabab El Mahdi.
Il Cairo
Qui Giulio ha i primi contatti con Mohammed Abdallah, leader del sindacato degli ambulanti. Di lì a poco parte l’inchiesta della National security, il servizio segreto civile egiziano. Regeni non sa che Abdallah lavora anche come informatore della Polizia e infatti denuncia Giulio come sospetta spia al capo dipartimento investigazioni municipali del Cairo.
Dicembre 2015
L’11 dicembre il primo episodio che impensierisce Giulio. Viene fotografato da una sconosciuta durante un incontro pubblico, a cui partecipa per motivi di studio con un suo amico. Regeni ancora si fida di Abdallah. Il 19 dicembre si incontrano. Giulio gli racconta della possibilità di partecipare a un bando internazionale di ricerca che garantirebbe un finanziamento da 10mila sterline da utilizzare per lo studio e lo sviluppo dei sindacati.
Natale
Vacanze di Natale 2015. Regeni torna in Italia. Nel mentre la casa sua casa a Doqqi viene perquisita. A fine mese un documento della National Security scagiona il giovane ricercatore da ogni sospetto: Giulio, scrivono, è legittimamente in Egitto e non sta realizzando attività politiche contro il regime.
25 gennaio 2016
L’indagine dell’Nsa è formalmente chiusa, ma gli uomini che avevano condotto l’inchiesta su Giulio, continuano ad avere frequenti contatti telefonici. Il 25 gennaio 2016 uno di loro parla dalla stazione della metropolitana di Al Buhuth dove, poche ore dopo, Regeni scomparirà. Alle 19.30 un messaggio alla fidanzata: “Sto uscendo”. Da qualche minuto dopo il telefono e Giulio taceranno per sempre. Così non faranno genitori, familiari, amici e sconosciuti che chiedono ancora oggi, a distanza di tre anni, verità e giustizia per un figlio, parente, collega, conoscente. Per un uomo.
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Testo e foto: Giulia Di Giovanni
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