Da quest’anno scolastico negli istituti saranno presenti solo i nati nel Duemila.

Duemila: i ragazzi del nuovo millennio

Fa impressione pensarlo ma i nati nel 2000 oggi hanno già 18 anni. Sono maggiorenni. Hanno la patente. Guidano la macchina e anche la moto. Possono comprare sigarette senza farsi prestare la tessera sanitaria dal fratello. Ordinano alcol mostrando con sguardo beffardo la carta d’identità che li ritrae ancora bambini.

A ricordarmi tutto questo un articolo letto su un giornale gratuito distribuito a Milano che titola: “Ora tocca solo ai Duemila”.

Il 2000. Sembra ieri. Ieri che i più superstiziosi sostenevano convintamente che il mondo sarebbe finito. Un terrore disseminato in origine dal Millennium Bug, difetto informatico che ovviamente si rivelò poco significativo. Alcuni però credevano fermamente che poiché la maggior parte dei PC del mondo registra le date con due cifre, i sistemi sarebbero stati mandati in tilt con l’arrivo dello “00” del nuovo anno, portando una serie di imprevedibili conseguenze.

Spazio ai Duemila

Per fortuna il mondo non è finito e siamo ancora qui per poter leggere questo articolo che ci ricorda che le scuole da quest’anno sono frequentate solo dai ragazzi del nuovo millennio. Eccetto i ripetenti. E chi non ha fatto la primina. Perfetto. Rileggo il titolo: “Ora tocca solo ai Duemila” e decido di addentrarmi nel testo dell’articolo. “La nostra cittàleggoha costruito la sua fortuna su due grandi elementi: il talento e le possibilità. Questi giovani ragazzi e ragazze che studiano, crescono e diventano sempre più cittadini rappresentano la speranza che il futuro sia in continuità con questa grande tradizione”.

Ora io mi chiedo, ma di quale futuro stiamo parlando? Un futuro che ancora il nostro Paese non riesce a garantire neanche ai nati negli anni ’80 e ’90, cosa può promettere ai nati nel Duemila? In un periodo in cui non si parla altro che di licenziamenti, stage non retribuiti o retribuiti male, contratti a tempo indeterminato inesistenti, che speranza può offrire l’Italia?

Fatta questa riflessione vado ad aggiornare il mio profilo Linkedin, sia mai che qualche talent scout stia cercando proprio me.

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Testo e foto: Giulia Di Giovanni

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